IBM vuole risolvere i grandi problemi del mondo con scienza e tecnologia
A cosa servono potenze di calcolo spropositate, complessi algoritmi di intelligenza artificiale e chip da 30 miliardi di transistor racchiusi nelle dimensioni di un unghia? La risposta di IBM è (anche) a risolvere i problemi del mondo. Non si tratta di una semplice e vacua dichiarazione di intenti, ma del programma denominato Science for Social Good recentemente presentato da IBM.
L’obiettivo è impiegare tecnologie come l’intelligenza artificiale, il cloud e la deep science per affrontare problemi complessi come la fame nel mondo, la povertà e l’analfabetismo. Sono attualmente 12 i progetti inseriti nel programma al quale prenderanno parte ricercatori ed organizzazioni no profit impegnati ad affrontare le grandi problematiche sociali, utilizzano la scienza e la tecnologia per l’analisi dei dati.
Il programma darà, al tempo stesso, ulteriore visibilità a Watson, il supercomputer di IBM che, oltre ad essere impiegato in attività piuttosto frivole – come vincere una partita a Jeopardy – è stato già messo alla prova nel 2016 con sei progetti pilota in vista del programma Science for Social Good. I campi di impiego sono stati quanto mai variegati, spaziando dalla sanità agli interventi umanitari. Tecniche di intelligenza artificiale avanzate, ad esempio, sono state utilizzate per comprendere le modalità di diffusione del virus Zika.
Una pagina sulla tecnologia utile per il bene comune che fa piacere riportare e che dimostra come la corsa allo sviluppo di processori sempre più veloci, data center sempre più capienti e intelligenze artificiali che sfidano quelle umane ha un senso che va ben al di là del ristretto ambito consumer. Chi condivide questa visione della tecnologia può trovare ulteriori informazioni sul programma Science for Social Good collegandosi al sito ufficiale.